"Natura Anam"

 

Questa mostra Bi-personale degli scultori Giuliano Cataldo Giancotti e Lorenzo Zuccato ha avuto luogo nel mese di maggio 2014 presso la Fondazione Granata Braghieri ad Imbersago (LC).

 

 

COMUNICATO STAMPA.

 

Il titolo di questa mostra ha una valore fortemente simbolico, “Natura Anam”, con  “Anam ” si intende senza nome, la nostra natura non ha nome, non ha un significato intrinseco perché per noi, la natura parla da sé. Vorremmo quindi, che anche i nostri lavori parlassero da sé e che non ci fosse bisogno di una spiegazione, come  anche un grande artista contemporaneo ci invita a fare, recitando questa frase:

“Un’artista è sempre  un po’ a disagio quando gli viene chiesto di spiegare la propria opera. La sua opera dovrebbe parlare da sé specialmente se è di valore.” [1]

Noi però una spiegazione la vogliamo dare, ma non delle singole opere,  ma sulle motivazioni che ci hanno spinto a realizzare questa mostra, all’ispirazione che abbiamo avuto e ai pensieri  che ci hanno portato a realizzare quest’esperienza magnifica, di grande stimolo e collaborazione.

Natura-naturatis e natura-artifices: un dialogo costante tra due identità oggi lontane, forse troppo polverose dimenticate in un angolo della memoria, quel giorno. Trovare, passeggiare, correre, rischiare, volare, giocare, vivere nella natura, anzi vivere con la Madre Terra. Non c’è bisogno né di assecondarla troppo, né di abbandonarla a se stessa, cercare di vivere il qui e ora in modo al quanto sperimentato.

Non c’è nome, non esiste cognome portato dal vento, ma solo bipolarismi indistinti di soglia.

Tornare sui propri passi e aprire la stessa altra porta che è rimasta lì, chiusa ad aspettare un bussare timido e lontano.

Un doppio lavoro che viene riletto come singolo, oggetti e situazioni che nascono, non da un antico gusto imitativo della Natura, ma da una necessità psichico-fisiologica di camminare affianco ad essa.

Vogliamo che i nostri lavori si guardino come un paesaggio, come quando si è immersi in un viaggio. Vorremmo riuscire a trasmettere delle emozioni che siano fonti d’ispirazione e di esperienze per tutti. Per  tale motivo abbiamo deciso di mescolarci e non mettere il nome di chi ha realizzato le varie opere, come se non fossimo stati noi ad aggiungere niente a tali scoperte. Vorremmo solo creare un dialogo tra l’opera e lo spettatore, come la natura ha tentato tenta e tenterà quest’infinito dialogo con l’uomo.  L’artista ha quindi solo questo compito come un altro grande artista concettuale ci insegna:  “Non c’è nulla da dire, c’è solo da essere,  c’è solo da vivere”[2].

 

Giuliano Cataldo Giancotti e Lorenzo Zuccato

Maggio, 2014



[1]Yves Klein 1958, B. Cora – D. Moquay  (a cura di), Yves Klein, Catalogo della mostra, Lugano 2008, Silvana Editoriale, Cinisello balsamo, 2009, p. 60

[2] Piero Manzoni, Scritti “LIBERA DIMENSIONE” nella rivista Azimuth 2, Milano 1960 

Inaugurazione